Barbaresco: “Noi non molliamo!”

“Abbiamo toccato il fondo”, dice Matteo Buldrini, uno dei cinque soci del noto Enopub di Gallarate e Legnano. “Ma vogliamo provare a resistere, per non calpestare 17 anni di lavoro, di sacrifici e di sogni”

"Abbiamo toccato il fondo quando siamo stati costretti a chiedere un aiuto ai nostri genitori per poter anticipare la cassa integrazione ai nostri dipendenti, che non riescono ad arrivare a fine mese” - è triste e arrabbiato Matteo Buldrini, uno dei cinque soci del Barbaresco, Enopub diventato negli anni una vera e propria istituzione con le sue due sedi. Quella di Gallarate (inaugurata 17 anni fa) e quella di Legnano (aperta due anni dopo).

Siamo persino arrivati a pensare di chiudere. Definitivamente. Calpestando 17 anni anni di sacrifici, lavoro, impegno. Ma anche di soddisfazioni e di momenti bellissimi trascorsi tra le mura dei nostri locali. E’ ovviamente l’ultima cosa che vorremmo fare. E ancora oggi, seppur l’ennesima entrata in vigore della zona rossa stia ulteriormente ostacolando il nostro lavoro, vogliamo provare a resistere. A non mollare”.

“Di momenti di crisi ne abbiamo vissuti tanti”, conclude Buldrini. “Ma questa volta è diverso. Il nostro impegno, la nostra voglia di lavorare e di ripartire non contano. Nulla dipende da noi. Nemmeno il futuro dei nostri locali”. 

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