La disperazione va gridata, altrimenti viene soffocata dal silenzio. Lo sanno bene i lavoratori di Air Italy, a terra da oltre un anno e sempre più vicini al capolinea di ammortizzatori e speranza. Quella temibile data di Giugno che segnerà, salvo ripensamenti, la fine della cassa integrazione e il licenziamento collettivo.
Un dramma umano, sociale e professionale, vista l’esperienza di chi, oggi, nel cuore di Milano, in mezzo alla strada e al cospetto di Palazzo Lombardia, chiede solo di evitare la “macelleria” e dirottare lo sforzo politico e manageriale verso un nuovo decollo.
Perché la ripresa passa per i giganti del cielo e il comparto aereo ha bisogno dei 1500 di Air Italy.