600 mila vaccinati, nodo del pass e dosi a domicilio

La curva è in discesa, ma l’indice desta qualche preoccupazione. Somministrazioni a grande ritmo. “Inappropriata” metà delle richieste di iniezioni a casa. Estate a rischio per i vaccinati della prima ora

Sono 605.637 (di cui 444 mila prime iniezioni) le dosi di vaccino somministrate fino a questo momento nelle province di Varese e Como. Un dato incoraggiante, che riflette il primato lombardo nella campagna in corso.

Ne dà notizia ATS Insubria, che si sofferma su dati a due facce: da un lato, l'oggettiva discesa della curva dei contagi. Dall'altro, un indice RDT pericolosamente prossimo all'1, numero oltre il quale potrebbe scattare nuovamente l'arancione.

Tornando al tema vaccini, Ester Poncato si sofferma sulle somministrazioni a domicilio, che per diversi mesi potevano essere richieste direttamente dall'utente e che oggi, invece, devono essere mediate dal Medico di Medicina Generale.

4328 le richieste pervenute e già verificate dall'Agenzia. Poco più di 2.160 quelle accolte, 2.072 quelle ritenute inappropriate.

Motivi della "inappropriatezza", il vaccino già ricevuto (822 le persone che, potendo, si prenotavano due volte); la morte del paziente (246 casi); la controindicazione per motivi di salute o per il rifiuto del paziente stesso (710).

Ben 294, infine, coloro che hanno chiesto di essere vaccinati a domicilio, ma che il Medico ha ritenuto in grado di recarsi personalmente al punto vaccinale.

In chiusura, il direttore sanitario Giuseppe Catanoso si è soffermato sul nodo del pass vaccinale, riconoscendo i diversi margini ancora da chiarire. Con l'approssimarsi dell'Estate, aumentano le richieste di coloro che chiedono certezze sulla possibilità di partire, ma quanti di loro potranno davvero farlo? Stando alle indicazioni, una volta ricevuta la seconda dose di vaccino, si potrà accedere al proprio fascicolo sanitario, mediante Servizio SPID, e scaricare il certificato con tanto di codice QR (a disposizione delle autorità di controllo).

"Al momento - spiega il dirigente - i soggetti che rischiano maggiormente di vedersi negata la possibilità di viaggiare sono gli operatori sanitari e le altre categorie vaccinate nella primissima ora. Per loro, infatti, i 6 mesi di iniziale "validità" del vaccino stanno per scadere e la loro richiesta di pass potrebbe essere respinta. L'auspicio - chiosa Catanoso - è che sia riconosciuta e aggiornata la durata della carica anticorpale, che possiamo tranquillamente attestare sugli 8-9 mesi".

 

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