Caro Presidente, contraddici il tuo candidato sindaco, altrimenti si rischia grosso!
E' più o meno questo il succo della lettera che il sindaco uscente e ricandidato Davide Galimberti ha inviato al governatore lombardo Attilio Fontana. Una missiva che, precisa l'autore, non è scritta nelle vesti di competitor, ma in quelle di amministratore pubblico, preoccupato dalle ricadute che l'annuncio del suo principali sfidante potrebbe provocare.
Il riferimento è, ovviamente, a Matteo Bianchi, candidato sindaco del centrodestra, e alle sue dichiarazioni relative all'ex Caserma Garibaldi. Qualche giorno fa, presentando i 14 punti del suo programma, l'esponente leghista auspicava il trasferimento degli uffici comunali dall'attuale sede di via Sacco all'area di Piazza Repubblica (per ascoltare il servizio sulle proposte di Bianchi, clicca qui).
Galimberti fa riferimento all'Accordo di Programma, firmato con diversi attori istituzionali (in primis, Regione Lombardia) nel 2014, in cui si prevedeva il "“recupero e riuso della struttura, mediante inserimento di funzioni pubbliche articolate in polo culturale urbano”, nonché per l'inserimento in loco della biblioteca civica.
Il cambio di rotta annunciato da Bianchi, secondo l'attuale sindaco, potrebbe costare molto: disfacimento delle opere finora realizzate (per un valore di 2 milioni di euro), uscita di scena dell'impresa attualmente impegnata nei lavori, eventuale responsabilità erariale.
Da qui l'appello dell'esponente PD al numero uno di Palazzo Lombardia: "Intervieni, blocca il tuo collega di partito e rassicura l'opinione pubblica".
Ma ecco, a stretto giro, la replica piccata di Matteo Bianchi, che in serata non le manda a dire: "Mi trovo di fronte alla ennesima scortesia istituzionale del sindaco, che utilizza il suo ruolo amministrativo per fare campagna elettorale.
La mia proposta è stata ben recepita da tanti varesini, perché si basa sul buon senso: da un lato, con il trasferimento degli uffici nella ex Caserma, restituiremmo decoro e centralità a un'area poco sicura e mal frequentata, ottimizzando gli spazi della storica struttura.
Dall'altro, ottimizzeremmo il valore culturale e turistico di Palazzo Estense, rilanciandone le potenzialità attrattive. Nessun danno erariale, nessun problema: solo un'iniziativa che dà a Varese visione e respiro, qualità imprescindibili di una Grande Città".