Dopo l’inaugurazione, avvenuta alla vigilia dell’incubo Covid, della via intitolata a Nelson Cenci (per rivedere il servizio che Rete55 dedicò all'evento, clicca qui), sta per essere completato il Parco intestato al mitico “Tenente”, volto e anima noti ai varesini per i suoi trascorsi alpini, nonché nome scolpito nell’immaginario collettivo grazie alle pagine immortali di Mario Rigoni Stern.
E proprio il Gruppo varesino delle Penne Nere, cui Nelson, medico e uomo di cultura, era legato a doppio filo, ha voluto dedicargli questo giardino, che ne ricalca la forza, la genuinità, la concretezza e la serenità interiore.
Si tratta di un parchetto zen, dove la ghiaia chiara evoca il mare (o le nuvole), da cui emergono pietre che potrebbero essere isole, ma anche cime innevate.
Questo giardino, storicamente, ha origini antichissime e rappresenta un punto di incontro con il proprio spirito, un luogo di meditazione e riflessione per raggiungere la pace.
Alcune pietre provengono dal parchetto della sede alpina di varese, per confermare la vicinanza di Cenci al Gruppo guidato da Antonio Verdelli.
I lavori sono stati affidati ad un’azienda specializzata nella lavorazione del sasso e della pietra e sono stati seguiti giorno per giorno da una squadra di soci Alpini.
Al di là dell’intitolazione a un grande uomo, il luogo è pensato come un’oasi pronta ad accogliere chiunque, in qualunque momento, per un attimo di sosta, di riposo, di raccogliemento. Vi si troveranno dei leggii che mostreranno alcune poesie di Nelson e l’idea è di lanciare un concorso tra giovani inserendo, ogni anno, il testo dell’opera vincitrice. Nel segno, naturalmente, di una congenita, indelebile, appassionata alpinità.