L'impresa cresce, ma teme la crisi "materiale"

Il tessuto economico del varesotto ritrova slancio, con un netto +11,2%. Preoccupano le materie prime, difficili da trovare, così come i costi di energia e trasporti. Lunghi: “Il Governo intervenga”

Impianti a pieno ritmo, esportazioni in risalita, ricavi in aumento. I dati sull’economia varesina mostrano il segno più, scacciano le pesanti nubi della crisi e guardano con ottimismo a un futuro che potrebbe portare nuovo slancio e notevoli soddisfazioni in termini di fatturato e lavoro.

Sulle aspettative, però, pesa l’incognita delle materie prime, difficili da trovare e sempre più costose.

Questo, in sintesi, il polso della produttività così come fotografata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio, che indica in un gratificante +11,2% la crescita della manifattura industriale e in un 10,2% quella dell’impresa artigiana. Il dato si riferisce al periodo tra Luglio e Settembre, in marcato aumento rispetto agli stessi mese del 2020.

L’industria macina consensi all’estero, guadagnando 43 punti percentuali di fatturato. Pari al 12% la voce estera degli artigiani.

Mentre ammonta rispettivamente a 63 e 73% il tasso di utilizzo degli impianti per industriali e artigiani.

Numeri che piacciono al presidente di Camera di Commercio Fabio Lunghi, il quale però avverte: “L’incremento dei costi di materie prime, energia e trasporti potrebbe tradursi in un ostacolo capace di compromettere la ripresa in atto. Chiedo al Governo di intervenire”.

Incoraggiante il dato sull’occupazione, con 17 mila assunzioni nel solo mese di Settembre. E anche la maturità del tessuto varesino sul fronte della sostenibilità. Il 43,8% delle imprese interpellate (lo 0,8 in più rispetto alla media lombarda) dichiara di aver investito nel green. Tra gli interventi più diffusi, l’acquisto di macchinari poco impattanti e l’installazione di fonti energetiche rinnovabili.

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