In prima linea, Guido Bertolaso. Sul proscenio, gli esperti della materia: medici e ricercatori che, come tiene a sottolineare il responsabile della campagna vaccinale lombarda, non portano un nome popolare o mediatico, perché loro passano il tempo a lavorare, non a frequentare i talk.
Sono Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas; Sergio Abrignani, immunologo e membro del Cts; Andrea Gori, primario di Malattie infettive al Policlinico di Milano; Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche Mario Negri e Marina Picca, presidente della Società delle cure primarie pediatriche.
Sul tavolo, le terze dosi e le perplessità che frenano la corsa di molti. Ma anche le rassicurazioni, le precisazioni, le correzioni dei professori. Tutto il necessario per dare lo “Stop ai dubbi”.
In sintesi, ecco quanto emerso: l’efficacia della somministrazione aggiuntiva è indipendente dal quadro anticorpale. Perciò, rimandare l’inoculazione perché si ha ancora un livello di protezione alto, ci espone inutilmente a un rischio (a meno che non sia sottoposti a determinate terapie).
Mettere in dubbio l’efficacia del vaccino, oggi come oggi, è assurdo. E’ stato inoculato a miliardi di persone e ha oggettivamente migliorato la situazione, salvando molte vite. Legittimi, invece, i dubbi sulla durata dell’effetto protettivo del siero. E’ un elemento ancora in fase di studio. Ma ricordiamoci che, per combattere la polio, non si aspettarono 10 anni. Si intervenne subito. E si fece la differenza.
Ma come la mettiamo con le nuove varianti? I laboratori stanno tenendo conto della Omicron e i prossimi vaccini saranno ulteriormente arricchiti. Molti esperti, comunque, ritengono che la Sudafricana possa essere adeguatamente schermata una volta immunizzati.
E i bambini tra i 5 e gli 11 anni? Meglio vaccinarli, per evitare di doverli nuovamente isolare e per proteggerli da un virus comunque aggressivo.
E’ bene abbinare la terza dose al vaccino antinfluenzale? Risposta univoca: sì.