Terziario digitale, Varese terra di "prudenza"

Un’analisi commissionata da Confcommercio traccia il momento delle imprese del territorio sul piano dell’innovazione tecnologica. Un quarto delle 318 aziende interpellate è all’avanguardia, una piccola parte mostra scetticismo. La fetta è più ampia coglie le opportunità, ma senza mai sperimentarle

A che punto è l’innovazione digitale del Terziario Varesino? Cerca di rispondere Confcommercio, che in collaborazione con EconLab Research Network e col  professor Alessandro Minello dell’Università Ca’ Foscari ha messo a punto una ricerca e interpellato 318 imprese del varesotto, tra commercio, turismo e servizi e con particolare attenzione ad aziende piccole, piccolissime, spesso individuali.

Il risultato è da associare agli effetti della pandemia, che tra lockdown e smartworking ha costretto molte realtà ad accelerare i tempi per restare sul mercato.

I ritardi di alcune imprese sono dovuti a resistenze culturali, diffidenza e ad altri fattori ben riassunti dallo specchietto proposto dal sondaggio, che per quanto riguarda Varese vede una minoranza di scettici, un 10% di gregari, cioè di chi si adegua a tecnologie già diffuse e collaudate, un buon 26,7% di innovatori e un’ampia fetta di prudenti.

Da qui, chiosa il presidente Rudy Collini, l’esigenza di investire in formazione e accompagnamento.

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