Addio Centrale, Varese piange sul latte versato

Dopo quasi 90 anni di prelibata attività, la storica Cooperativa si arrende alla crisi e alle difficoltà e si avvia alla chiusura. A casa 16 dipendenti. Il direttore Donato: “I pochi interessati hanno rinunciato e nessuna azienda si è fatta avanti”

Per una volta, chi piange sul latte versato, ha tutte le ragioni del mondo.

Latte Varese chiude i battenti, spingendo al capolinea uno degli ultimi marchi del territorio, che tra meno di due anni avrebbero spento 90 candeline e che invece, oggi, si ritrova a spegnere le proprie insegne.

Negli ultimi anni le difficoltà non sono certo mancate, ma l’azienda aveva reagito a colpi di coraggio e progettualità. Da un lato, nuovi investimenti, dall’altro, nuove proposte di mercato.

Nonostante gli sforzi, le tribolazioni sono aumentate fino a costringere l’azienda al concordato che aveva però acceso in continuità, visto l’interesse formulato da alcuni imprenditori.

Le intenzioni, però, si sono risolte in un nulla di fatto. Gli interessati hanno rinunciato e, ad aggravare la situazione, ci si è messa pure la pandemia, che ha accelerato i tempi, aggravato la crisi e spezzato le ali dell’auspicato rilancio, consegnando lo storico marchio “Latte Varese” a una strada chiamata oblio.

Insomma, un altro brand del territorio saluta e se ne va. Lasciandoci con altre etichette, altri marchi, altre appartenenze. Forse, ripensando all’amara battuta iniziale, piangere sul latte versato non ha neanche senso. Perché dello squisito Latte Varese, a quanto pare, non ne abbiamo versato a sufficienza.

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