Onore ai deportati, medaglie silenziose

Cerimonia solenne, in Prefettura, per la consegna di riconoscimenti e attestati ai parenti di chi soffrì sulla propria pelle l’orrore della prigionia e della tortura. Tratto comune, tra i ricordi di figli e nipoti, la riservatezza dei propri cari: “Non parlavano mai di ciò che avevano subito. Ma lo capivamo dalle ferite che avevano sul corpo e nello sguardo”

Giuseppe Banfi, Gaetano Ferrario, Pio Marazzi, Amadio Piantoni, Pietro Zanardini.

A loro, quest’anno, le medaglie che la Prefettura consegna a chi ha vissuto sulla propria pelle l’orrore della deportazione.

Col passare del tempo, il prefetto Dario Caputo, la vita ci ha portato via i veri protagonisti per affidarne memoria e testimonianza ai loro discendenti.

E il padrone di casa, il presidente della Provincia Emanuele Antonelli, rivolto ai ragazzi, avverte: "Mai più!".

Disponibile su Google Play
Disponibile su Google Play