Via Selene, atto secondo.
Residenti e Comitato, sbocciati intorno al piano Esselunga alle porte di Varese, tornano a farsi sentire. Per le sorgenti del Selvagna, per la palude Stoppada, per chi abita in zona.
Ma anche, più in generale, per ragioni di buon senso.
Sì, perché se è vero che il centro commerciale ha nel frattempo aperto i battenti e preso piede, è altrettanto vero che i lavori proseguono, gli espropri sono ormai imminenti e la bretella destinata a “bypassare” il sottopasso tra Varese e Schianno appare tutto fuorché risolutiva.
Gli attivisti (Rete55 ha incontrato, tra gli altri, Rossella Bernasconi, Alessandro Goitan, Massimo Vanzulli e Monica Daneluzzo) temono infatti che il tratto, così come concepito, risulti inadeguato ad assorbire il traffico in entrata e in uscita, a cominciare da quello, assai pesante, proveniente dalla zona industriale, che da una parte troverà una rotonda, ancora in fase di realizzazione e, dall’altra, un “imbuto”.