Autorità e cittadini, chiesa e società civile, artisti e curiosi. Sono tutti qui per lui, il campanile del Bernascone, che indifferente e maestoso tiene fede al proprio impegno plurisecolare e osserva, vigila, custodisce.
Il monumento simbolo di Varese è tornato agli antichi splendori, grazie a una paziente opera di restauro costata due anni, quasi un milione di euro e l’impegno di tecnici e lavoratori, parrocchia, comune, Regione, Fondazione Cariplo, ditta Gasparoli e di tutti coloro che a diverso titolo hanno contribuito a risanare, sistemare, ripulire, portare a termine un’opera che si riassume nelle parole di ringraziamento pronunciate da Monsignor Luigi Panighetti.
Al centro della cerimonia, introdotta con la consueta competenza storica da Fausto Bonoldi, il libro fotografico di Carlo Meazza, che ha immortalato passo per passo la complessa opera di restauro, accompagnando gli scatti coi testi raccolti e curati da Marco Dal Fior, il quale attribuisce al volume una parola d’ordine: passione.
Per le autorità, in prima linea il sindaco Davide Galimberti e il governatore lombardo Attilio Fontana, la miglior soddisfazione è questa basilica gremita. dopo due anni di restrizioni, chiusura e fuggi fuggi. Si torna a vivere, insomma. Col naso all’insù.