300 squadre, più di 2 mila giocatori e un’atmosfera festosa, ricca di affiatamento e condivisione.
A dispetto di chi vede ancora le freccette come un gioco da bar, Bolzano si conferma capitale di Soft Dart a squadre, con una rosa di compagini provenienti da tutta Italia, dalla lontana Sicilia al confine asburgico, tra sorrisi, magliette sgargianti, luci magiche e qualche abbondante sorsata di birra fresca.
Non solo mira e passione, ma potenza della tradizione, per uno sport riconosciuto dal CONI che in Inghilterra fa faville, mentre in Italia, complice un immaginario collettivo pallonecentrico e storicamente legato ai rettangoli di gioco, fatica a liberarsi dal ruolo di Cenerentola.
Il tutto a dispetto di numeri maiuscoli come quelli della Federazione Nazionale, 8 mila gli iscritti in tutto il Paese, e come quelli sfoderati in Trentino, dove a trionfare è stata la Pro Dart di Verona, con campioni e campionesse competitivi e consapevoli di un divertimento sano e spensierato, ma anche impegnativo e foriero di concentrazione, umiltà e gioco di squadra.
Perché nelle freccette, come nella vita, non conta solo fare centro, ma anche vedere nel bersaglio e nei suoi diversi colori non una semplice destinazione. Bensì, un punto di ripartenza.