Affetto, equilibrio, passione, senso di appartenenza.
E' il "carburante" che serve al lago di Varese per poter sopravvivere (e sopravviverci). Lo sanno bene i pescatori della mitica Cooperativa, festeggiata a Cazzago Brabbia per i suoi 100 anni. E lo ha detto a chiare lettere Giancarlo Giorgetti, esponente politico, ministro uscente e forse rientrante, ma prima di tutto uomo di lago, legato a doppio filo a un mondo caratterizzato da tradizione, fatica, albe e tramonti, odori, colori e sapori inconfondibili.
"Il lago non è una piscina", ripete Giorgetti, insistendo sullo scatto culturale necessario a capire che i frutti della Natura sono preziosi proprio perché imperfetti e che la ritrovata balneabilità dello specchio d'acqua non coincide con la sua salvezza, che dipende invece dalla costanza, dalle piccole e storiche ritualità e dal mantenimento di un'attività, la pesca, che da un secolo rappresenta il principale alleato del lago e dei suoi inquilini.
Durante le celebrazioni per i cent'anni, festeggiati alla Darsena, tra rinfreschi e torte giganti, è stato anche presentato il libro di Amerigo Giorgetti che racconta attraverso foto e testimonianze questo primo secolo di vita, lavoro e amore per il territorio.
Presenti, oltre al ministro, il sindaco padrone di casa Emilio Magni, i colleghi che guidano gli altri Comuni affacciati sul lago di Varese, e tanta gente comune, stretta intorno a un gioiello naturale delicato e inestimabile, condiviso, conosciuto, che va custodito, protetto e valorizzato.
Nonché esperti e studiosi, come Tiziana Zanetti, autrice di un capitolo dedicato alla centralità della Cooperativa in materia di cultura immateriale. "Ben venga la valorizzazione della storia passata - evidenzia Zanetti - ma la celebrazione del lago e della sua gente significa anche porre l'accento sulla rilevanza in termini di prospettiva futura, sul fronte della Ricerca e della "buona semina".