Commozione, ricordi e propositi.
La scomparsa di Roberto Maroni colpisce il cuore della Lega e, più in generale, di tutti coloro che hanno condiviso con lui battaglie e progetti, politica e passione, sport e musica.
Una vita piena, quella del Bobo, specie per chi, a Varese, non lo vedeva come un ministro o un governatore, ma come un concittadino energico, acuto e spiritoso.
Si è a lungo parlato di lui nella diretta facebook organizzata dai cosiddetti Cialtroni, denominazione autoironica coniata da Lorenzo Guzzetti, Franco Colombo, Fabio Sandroni e poi GP Calella , Raffaele Nurra, Elio Fagioli, che di cialtronerie, in verità, non ne dicono affatto, e che co l’aiuto di ospiti prestigiosi hanno dipinto un quadro dell’amico scomparso e dell’eredità politica da onorare.
Tra i presenti, l’esponente leghista Gianluca Pini, alcuni storici militanti e il governatore Attilio Fontana, legato a Maroni da 45 anni di rapporto personale, prima che politico.
Per rendere omaggio alla persona servono calore e affetto. Ma per rendere giustizia alla sua visione politica, serve una riforma. Anzi, una parola che attende da anni di tradursi i fatti: l’Autonomia.
Difficile? Forse, ma il Bobo non era tipo da arrendersi.