"L'unico establishment a cui appartengo è quello del gazebo".
Stempera con una battuta, Andrea Cassani, una delle critiche più ricorrenti alla sua candidatura al vertice provinciale della Lega.
In vista del congresso in programma domenica 4 Dicembre a Busto Arsizio, che lo vedrà contendersi la leadership con lo sfidante Giuseppe Longhin (sostenuto convintamente da Mirko Reto, per rivedere l'articolo a loro dedicato, clicca qui), il sindaco di Gallarate tiene a sottolineare le proprie origini politiche, fatte di gavetta e militanza, incontro con la gente e lavoro sul campo.
Un approccio, insomma, diametralmente opposto a quello che gli viene attribuito da chi lo dipinge come un fedelissimo di Salvini, nonché espressione dello stato maggiore del partito e non della sua base.
"Ho imparato moltissimo lavorando fianco a fianco con i nostri militanti - racconta Cassani - Gente concreta, lavoratori, imprenditori, volontari nelle associazioni, professionisti, sindaci, consiglieri di minoranza, ben rappresentati dalle duecento firme in calce alla mia candidatura.
Ma quali sono le parole d'ordine dell'aspirante segretario? Risposta netta: ascolto, competenza e meritocrazia.
Tradotto, ascoltare ogni singolo militante, radicarsi in ogni comune e in ogni quartiere. Nel nome di quelli che Cassani definisce "leghisti di prossimità".
Poi, appunto, competenza e merito. Competenza, incalza il sindaco, vuol dire valorizzare ogni esperienza nell'ambito in cui può dare il meglio di sé.
Meritocrazia significa, per esempio, che in ogni candidatura conterà il radicamento tra i militanti, l'impegno, la passione, le idee. Nessuno - chiosa - sarà selezionati per simpatia o antipatia personale.