Varese: Doggy bag, per Gadda difficile l'obbligatorietà

L’on. Gadda, artefice della legge sullo spreco di cibo, plaude a doggy bag: “Ma obbligatorietà è difficile”

Un dibattito interessante e doveroso quello sulla pratica della cosiddetta "doggy bag", che, per la cronaca, coi cani non c'entra, perché consiste nella possibilità di portare a casa quanto avanzato al ristorante, limitando lo spreco e valorizzando il recupero. All'estero, una pratica collaudata da decenni. In Italia, un'abitudine molto meno diffusa: un po' perché tanti clienti provano imbarazzo nel richiedere la "sciscetta" e un po' perché tanti ristoratori nostrani faticano a proporla. Ad accelerare il dibattito sul tema, una proposta di legge firmata Forza Italia, che vorrebbe rendere obbligatoria la doggy bag per evitare sprechi. E un intervento televisivo di Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva particolarmente sensibile alla questione (è lei la prima firmataria della legge 2016 contro lo spreco di cibo), reduce dalla inaugurazione, a Varese, del primo Ri-Hub per la raccolta e la redistribuzione di cibo e prodotti recuperati dai negozi del centro.
Ospite di Mi Manda Rai 3, l'esponente renziana va dritto al punto: "Difficile rendere obbligatoria la pratica della doggy-bag, anche per motivi di sicurezza: la conservazione di cibi deperibili o di imminente scadenza, pensiamo al pesce, potrebbe costituire un rischio per la salute dell'avventore. Meglio, dice, investire sulla cultura anti spreco, che suggerisce di superare la "vergogna" di alcuni clienti, favorire le mezze porzioni, e insegnare ai più giovani a buttare via il meno possibile e a valorizzare le eccedenze ".

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