Varese: "Fabio Vittore è morto per difendere la famiglia"

Funerali riservati per Fabio Limido, ucciso a coltellate il 6 Maggio. Don Peppino: “Ora è coi Giusti”

“Ora Fabio è nel Regno dei Giusti”.
Così Don Peppino Maffi ha aperto la sua omelia nel giorno dell’ultimo saluto all’uomo, al padre, al marito, ucciso a coltellate il 6 Maggio, a Varese.
Le parole dell’ex prevosto risuonano in una Basilica gremita di persone, ma preclusa a telecamere e fotografi.
Don Peppino è legato da amicizia alla famiglia Limido, tanto da affermare che “per lungo tempo si è temuto che un giorno la violenza potesse abbattersi. E quel giorno, purtroppo, è arrivato”.
Suggestivo il parallelo tra la vittima e il patrono di Varese: “Fabio, di secondo nome, si chiamava proprio Vittore. E come San Vittore è morto per difendere il Signore, così Fabio si è sacrificato per difendere la famiglia”.
Poi è arrivato il momento del ricordo: quello di Elisa, braccio destro professionale di Fabio. Quello della figlia Lavinia, tutt’lora in ospedale per le gravi ferite che le sono state inflitte. La donna, per voce della mamma Marta, ha ringraziato il padre per lo spirito protettivo che lo ha sempre contraddistinto.
Infine, la parola a Marta, che al marito promette: “Ci prenderemo cura della tua famiglia, della tua casa, delle tue rose, del tuo orto, dell’azienda, con lo stesso amore che ci mettevi tu”.
E così, se l’esistenza di Fabio Limido si è bruscamente interrotta sotto i colpi mortali di un coltello, la vita di Lavinia entra in una seconda fase, segnata dalle lacerazioni fisiche e interiori che spetterà ai suoi cari e all’intera comunità lenire con il calore dell’abbraccio.
Appena cominciata, invece, la vicenda giudiziaria: su cui molto si dirà, scriverà e racconterà. Il nostro auspicio è che, in un’epoca così mediatica, comunicativa e fiaccata dalla memoria corta, quanto accaduto, il dolore inferto e il sangue versato non vengano mai dimenticati.

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