Varese: Suicidi in carcere, il grido della Camera Penale

La Camera Penale di Varese affronta la piaga dei suicidi in carcere nell’ambito di un progetto nazionale

Una piaga nazionale che si fa sempre più profonda e dolorosa. È la tragedia dei suicidi in carcere, frequenti quanto, purtroppo, poco dibattuti.

Questo il tema impervio ma cruciale che la Camera Penale di Varese, guidata da Fabio Margarini, ha voluto affrontare in una conferenza dal titolo emblematico: "Non c'è più tempo".

Ma come reagire? Innanzitutto, sul piano culturale, rispondono il Magistrato di Sorveglianza Giulia Vassalli e la presidente della Camera Penale di Milano, Valentina Alberta: "Occorre privilegiare le pene alternative al carcere, specie per reati minori e detenuti afflitti da criticità psichiatriche".

Tra i relatori, Rita Bernardini, esponente radicale che ha annunciato l'imminente avvio di uno sciopero della fame e della sete.
Ed Elisabetta Brusa, che ai vertici dell' Ordine degli Avvocati si occupa proprio di detenzione, con particolare attenzione alle circa 3 mila donne in carcere

Quello dei suicidi in carcere, concordano gli esperti, è un tema scomodo, politicamente impopolare e funestato da violenze che, senza un intervento deciso (anche attraverso l'inserimento nei penitenziari di figure professionali alternative alla Polizia Penitenziaria, a sua volta sottoposta a tensioni e disagi insostenibii), non potrà che aggravarsi.

In chiusura, una triste nota di cronaca. L'incontro era accompagnato da un dato lugubre: i 44 detenuti che si sono suicidati dall'inizio del 2024.
Ebbene, nel corso della conferenza, il numero è salito a 45, per un detenuto che si è tolto al vita a Novara. A triste conferma di un intervento non più rimandabile.

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