La quindicesima edizione della rassegna Tra Sacro e Sacro Monte cala il sipario e dà appuntamento all'anno prossimo.
Lo fa sulla scia di una serie di spettacoli apprezzati e molto seguiti, eterogenei nella componente narrativa, ma accomunati dalla volontà di rendere il giusto tributo a grandi artisti e interpreti del teatro contemporaneo, simbolicamente omaggiati dallo sguardo rivolto alle stelle all' Osservatorio del Campo dei Fiori.
Quest'anno, poi, il direttore artistico Andrea Chiodi ha portato a valle la serata con Toni Servillo, dedicata al legame tra Guttuso e Testori, ha schierato in scena 18 attrici pronte a misurarsi con le Carmelitane di Bernanos, ha celebrato l'unicità di Bob Dylan attraverso l'energia nostrana e lacustre di Van De Sfroos.
Più in generale, ha riaffermato l'unicità di un appuntamento ambizioso nella formula e ineguagliabile nel contesto.
Plauso doveroso, dunque, a Fondazione Paolo Sesto, che fin dall'inizio ha creduto nel progetto.
E grandi attese per le prossime sfide, intenzionate a privilegiare quella cultura popolare che, spesso strattonata tra approccio elitario e tentazioni commerciali, lassù, in vetta, ritrova la giusta sintesi.
Un ideale compromesso tra le necessità dell'ascolto e la carezza dello sguardo.