Ciclismo: Pogacar, troppi rischi. "Non vedevamo la strada"

Pogacar parla a nome dei colleghi e spiega i pericoli che hanno convinto i ciclisti a fermare la Tre Valli

"Credo di poter parlare a nome di tutti i miei colleghi".
Esordisce così Tadej Pogacar, in una sala Campiotti di Camera di Commercio silenziosa e stupefatta dalla decisione dei ciclisti di fermare la gara maschile della Tre Valli Varesine.
"Non riuscivamo a vedere neanche la strada, c'era acqua ovunque, tanto che sgorgava dai tombini.
Per esperienza sappiamo bene quanto sia facile sganciarsi dal manubrio e cadere e in quelle condizioni sarebbe stato fin troppo facile farse davvero male.
Molti partecipanti si sono ritrovati con le gomme forate, altri addirittura con le ruote rotte.
Ci chiedono: Ma non otevate finire? Forse sì, ma i rischi sarebbero stati davvero eccessivi".

Le critiche di Stefano Garzelli: "Decisione frettolosa"

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