Varese: Premio Anemos, la speranza oltre il dramma

Anemos: violenza, tanti premi a chi lavora per la prevenzione. La speranza vince sul dramma dei femminicidi

C’è Giovanna Ferrari, madre di Giulia Galliotto, uccisa dal marito e gettata nel fiume. C’è Linda Moberg, salva grazie al figlio che l’ha trovata esanime. Ci sono Alessandra Cuevas, figlia di Teresa Buonocuore, freddata per aver denunciato gli abusi sulla sua bambina, Giuseppe del Monte, che in memoria della mamma strappata alla vita dal padre ha fondato l’associazione Olga, e Francesca Rizzone Favacchio, che era stretta tra le braccia della mamma quando papà ha sparato, uccidendo anche una parte di lei. C’è tanto, troppo dolore nell’auditorium San Giovanni Bosco a Varese, dove vengono consegnati i riconoscimenti per il terzo Premio Anemos, promosso dall’omonima associazione per la prevenzione della violenza di genere grazie alla forza trascinante della presidente Anna Marsella, che ha conosciuto questa piaga sulla propria pelle.
Ma in sala c’è qualcosa di più forte del dolore, della rabbia, dell’angoscia. Perché c’è tanta, tanta speranza. La si legge negli occhi lucidi di chi testimonia il proprio dramma con il coraggio di credere che tutti assieme si possano evitare in futuro simili, tragici epiloghi. La si riscontra nei molteplici premi dati a chi, ogni giorno, spesso in silenzio, si batte per il contrasto dei femminicidi e di ogni forma di abuso sulle donne.
Per l’occasione, arrivano da Torino il presidente nazionale della Croce Rossa, Rosario Valastro e da Venezia l’onorevole Martina Semenzato, presidente dell’apposita Commissione parlamentare di inchiesta. E ci sono anche tante altre realtà, locali e nazionali: dall’ispettore di polizia Silvia Nanni, una vita dalla parte dei più deboli, ai rappresentanti dei Centri antiviolenza, fino all’attore e regista Fabio Massa, che sale sul palco con il figlioletto Cristian. Che, nonostante tanti drammatici racconti, appare sereno. Segno che la speranza, almeno in sala, ha vinto. Bisogna investire sui bambini, incominciando da quelli piccoli come lui, perché vinca anche fuori.

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