Sabato 18 gennaio 2025, ore 21.00, al teatro Condominio Vittorio Gassman va in scena “Gli insospettabili” di Anthony Shaffer con Fabio Troiano e Claudio Gregori (in arte Greg). La drammaturgia avvincente, curata da Fabrizio Coniglio e Massimo Dapporto, più che dell’amore per la stessa donna spinge a riflettere su quel lato oscuro di cui l’anima è spesso prigioniera: il culto del Sé. In essa Andrew Wyke (Greg), noto scrittore di gialli, è soddisfatto dell’ultimo capolavoro letterario. Attende a cena un uomo quasi sconosciuto di cui vuole saperne di più. L’ospite è Milo Tindle (Fabio Troiano). Ma, dopo i primi convenevoli, non sfugge la sfida dei due Ego a confronto già dalla prima domanda di Milo: “Cosa fa nella vita?” A seguire, una sintesi del botta e risposta:
Andrew: “Scrivo libri, e me ne vanto!”. Milo: “Lieto per lei! Hanno trasmesso alcuni sceneggiati televisivi basati sulla sua roba?”. Andrew:” Non è roba, bensì creazione per menti nobili, come amo definire la mia produzione!”. Milo: “Scusi, non volevo offenderla “. Andrew: “Non mi ha offeso, volevo solo puntualizzare la cosa! Questo è il mio lavoro più recente: “Assassinio sotto rete!”. Milo: “Ah, quindi parla di pescatori, cose così?”. Andrew (spazientito): “Ma certo che no! È ambientata nel mondo del tennis! E lei? Di che si occupa?”. Milo: “Sono un hair stylist!”. Andrew: “Ah! Un parrucchiere!”. Milo (innervosito): “Hair stylist! È diverso! Mio padre si è trasferito qui in Inghilterra dalla Sicilia! Ha cambiato il cognome in Tindle, conferendo un English sound all’attività che io mi onoro di continuare!”. Andrew: “Dunque, mi faccia capire: lei sarebbe italiano?”. Milo: “Italianissimo!”. Andrew: “…E va a letto con mia moglie!”.
Senza anticipare troppo, il thriller prosegue con lo stesso schema e colpi di scena in perfetto stile “English”. Fino a quando, dopo alcuni spari, nelle prime ore del mattino suona alla porta un anziano: è l’Ispettore Doppler di Scotland Yard. Un dark in piena regola, ma ricco di comicità. Non a caso il ruolo dello scrittore è interpretato da Greg, in coppia con un eccellente Fabio Troiano: con ironia e battute che generano risate interpretano il gioco come solo i grandi attori di teatro sanno fare, coesi e impeccabili. Il capolavoro teatrale di Shaffer (l’autore inglese di “Amadeus”) vede più in risalto, nell’opera in scena a Gallarate, la sfida tra due uomini dall’apparente amore per la stessa donna. Il regista Fabrizio Coniglio tiene a sottolineare quell’ amore “apparente”, per evidenziare l’aspetto così attuale della pièce: un duello tra narcisisti. L’Ego piramidale spinge entrambi a prevalere sull’altro con modalità più potenti, persino, dell’amore per la donna contesa. La malattia dell’uomo moderno, in nome del culto del Sé, sta infatti quasi arrivando a privarsi di ciò che di più nobile esiste ancora: l’amore. Si ride, si riflette. Per non cadere nello stesso tranello, dal quale stare alla larga.