Svolta importante nell'inchiesta Mensa dei Poveri, arrestate tre figure molto note nel panorama lombardo: l'imprenditore Paolo Orrigoni, l'ex europarlamentare Lara Comi e l'ex direttore dell'Agenzia per il Lavoro, Giuseppe Zingale.
L'operazione, scattata alle prime luci dell'alba, ha portato la Guardia di Finanza di Milano e Busto Arsizio a confinare ai domiciliari il patron della catena di supermercati Tigros e l'esponente di Forza Italia. In carcere, invece, l'ex direttore di Afol.
I fatti - emersi dopo quel fatidico 7 Maggio, data di inizio della bufera giudiziaria chiamata "Mensa dei Poveri", che ha coinvolto più di 40 persone innescando l'arresto di alcune figure di spicco della politica milanese e varesotta, tra i quali il "Mullah" gallaratese Nino Caianiello - parlano di "ulteriori delitti di corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, realizzato da amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell'indebito drenaggio di risorse pubbliche di società e/o enti a partecipazione pubblica".
Più nello specifico, gli inquirenti parlano di una tangente pagata al fine di ottenere il cambio di destinazione urbanistica di un'importante area di Gallarate (da industriale a commerciale) per potervi così edificare un supermercato. Ma anche di "contratti fittizi per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento Europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato". Nonché di illeciti finanziamenti di un imprenditore bresciano a favore di un candidato alle scorse elezioni europee e di fatture false, "allo scopo di occultare i predetti reati", che comportano anche la truffa ai danni dell'Unione Europea.