L'Oss del Circolo: "Ci ignorano, ma lottiamo anche noi"

A Rete55 la lettera di un’Operatrice Socio Sanitaria dell’Ospedale di Varese: “In pochi ci considerano e il sindaco agevola la sosta solo a medici e infermieri: ma siamo in prima linea”

"Faccio parte di quelle figure invisibili, che nessuno considera, ma che stanno facendo la loro parte, in prima linea, nella lotta contro il coronavirus".

Scrive così, a Rete55, un'Operatrice Socio Sanitaria (OSS) dell'Ospedale di Varese, che preferisce restare anonima, ma che desidera esprimere il disagio, la frustrazione e la sofferenza di una categoria poco considerata dai media eppure fondamentale nelle dinamiche ospedaliere.

"Nell'immaginario collettivo - scrive la OSS del Circolo - esistono solo Medici e Infermieri, ma anche noi stiamo facendo la nostra parte, senza tirarci indietro e mantenendo la barra dritta su un ruolo di supporto delicato, cruciale, che espone noi tutti al rischio di contagio e alla fatica di questa vera e propria guerra, che lascia sulla nostra pelle e sul nostro cuore ferite dolorose.

Peccato - prosegue - che persino l'amministrazione comunale si sia dimenticata della nostra esistenza. Apprendiamo, infatti, della decisione di Palazzo Estense di consentire a Medici e Infermieri la sosta gratuita, purché espongano il tesserino del proprio Ordine Professionale. A noi OSS, invece, tocca richiedere un'autorizzazione dalla ASST Sette Laghi, rendendo il passaggio ancor più difficile e burocratizzato.

Ricordo al sindaco e all'intera opinione pubblica - chiosa - che per fronteggiare quest'emergenza serve anche la nostra presenza. E che, proprio per questo, qualunque privilegio giustamente concesso al personale medico e infermieristico dovrebbe essere esteso, pari pari, anche agli OSS".

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