"Non è questa la Politica che ho in mente, non è questa una Politica di squadra e di condivisione nella quale coinvolgere tutti senza escludere arbitrariamente qualcuno. Forza Italia, in questo momento, ha perso la propria identità".
E' solo un estratto della lunga lettera con cui Roberto Leonardi annuncia le proprie dimissioni da coordinatore cittadino del partito di Berlusconi, a quasi 5 anni dal congresso del 25 Ottobre 2015 che lo aveva "incoronato".
Nella missiva, inviata alle testate giornalistiche locali, l'ormai ex numero uno degli azzurri varesini stigmatizza l'inesorabile sgretolamento del partito, la mancanza di una regia nazionale e di una visione d'insieme; l'approccio autoreferenziale di esponenti di spicco che, scrive Leonardi, inseguono "ridicole medagliette politiche per competenze e meriti che spesso non ci sono".
Il disagio, spiega l'esponente dimissionario, cova da parecchio tempo, tanto che già nell'Ottobre 2019, in occasione degli Stati Generali organizzati da Forza Italia nella sede varesina di ALER, l'allora coordinatore aveva voluto esprimere le proprie perplessità e invocare un cambiamento che, evidentemente, non c'è stato.
In queste condizioni, aggiunge Leonardi, mancano delle basi solide e credibili per affrontare le imminenti scadenze elettorali, a cominciare dalle importanti elezioni amministrative previste nella Città di Varese nel 2021.
Insomma, l'orizzonte varesino di Forza Italia, già di per sé nebuloso, appare oggi ancor più incerto: se è vero che le dimissioni di un segretario mettono in difficoltà qualunque partito, il passo indietro di Leonardi, condito da esplicita amarezza e delusione, rischia di provocare un vero e proprio effetto domino sull'intera struttura politica e organizzativa degli azzurri.
A chi scrive, tuttavia, appare inevitabile sottolineare un dato. Anzi, un vuoto. Nella sua fitta lettera, di oltre 60 righe, Roberto Leonardi non dedica neanche un minimo cenno alla bufera giudiziaria che ha terremotato il partito provinciale, rovesciandone i vertici, mettendo fine al lungo dominio di Nino Caianiello e Lara Comi, leader de facto che avevano voluto, sostenuto e benedetto l'elezione a coordinatore di colui che oggi, deluso dall'attuale quadro partitico, restituisce le chiavi e se ne va sbattendo la porta.
Allora forse, forse!, il cambiamento che secondo Leonardi tarda a venire, in realtà c'è, è in corso, con tutte le difficoltà del caso. E il processo di normalizzazione, seppur lento, è stato effettivamente e faticosamente avviato. Dove potrà portare, vista l'evidente fragilità di una Forza Italia ancora aggrappata al suo vecchio leader, è difficile dirlo. Ma è altrettanto difficile che le figure apicali di ieri, quelle che il sistema caianielliano aveva promosso sul campo, quelle che, per usare le parole pronunciate dal cosiddetto Mullah in un'intercettazione, "giravano intorno al sole", possano riconoscersi nel nuovo corso.