Nel capolavoro Oltre il Giardino un grande Peter Sellers vestiva i panni dell’ingenuo, infantile, ignaro e genuino giardiniere, con uno sguardo e delle parole ricchi di incanto che l’opinione pubblica scambiava per illuminanti perle di saggezza.
Un po’ come l’uomo dei Giardini Estensi, che nella presentazione di Nature Urbane guida inconsapevolmente una pattuglia di giornalisti, operatori culturali e curiosi da Palazzo alla fontana e poi su, fino a villa Mirabello. Osservatore impreparato ma empatico dei segreti custoditi in quel magnifico scrigno che fa da simbolo a Varese. Con le sue epigrafi, i suoi muri che trasudano storia, gli alberi secolari scelti, importati e piantati uno per uno, secondo una precisa strategia botanica. Dietro la duttilità del suo corpo c’è l’attore Valerio Bongiorno. Dietro alle parole che noi tutti portiamo in cuffia seguendone i movimenti, ci sono il testo e la voce di Angela Demattè, coadiuvata nei riferimenti storici da Serena Contini.
Una presentazione decisamente inedita, originale, per un Festival di cui alcuni avevano invocato il rinvio e che l’amministrazione ha invece deciso di rilanciare, ponendolo tra reale e virtuale e concentrandolo nei parchi e nelle dimore pubblici. Prima con un’anteprima settembrina, tra il 19 e il 27: più prudente, quasi sperimentale, carico di quel centralismo periferico divenuto cifra stilistica e laboratoriale di Karakorum Teatro. Poi, a Primavera 2021, l’edizione numero quattro