La presa di posizione levatasi da Casorate Sempione, ostile al collegamento ferroviario tra il Terminal 2 di Malpensa e la città di Gallarate, manda su tutte le furie il sistema economico, che mette mano a carta e penna e firma una nota congiunta, siglata da Camera di Commercio e dai presidenti delle principali associazioni di categoria del territorio.
In sintesi, la ferrovia s'ha da fare, senza se e senza ma. Parola di Confartigianato, Unione degli Industriali, Confcommercio e, appunto, l'ente camerale, che per voce del presidente Fabio Lunghi va dritto al punto: "Se c'è una cosa che, oggi, non giova a nessuno, è la tipica sindrome Nimby ("Not in My Backyard". Tradotto, non nel mio giardino: frase con cui spesso viene sintetizzata la mission dei comitati del no"). Malpensa ha già subito le gravi ricadute dell'emergenza covid. Ora occorre lavorare al suo rilancio e le infrastrutture rappresentano un tassello imprescindibile per qualsiasi ripartenza. L'indotto generato dall'investimento supererebbe il miliardo di euro: non vorremmo, che per l'ennesima volta, si preferisse sprecare risorse pubbliche per tentare l'ennesimo rilancio di Alitalia,".
Gli fa eco Davide Galli (Confartigianato): "I benefici della Gallarate-T2 sono sotto gli occhi di tutti: quello snodo farà da volano alla Rho-Gallarate, riducendo la distanza tra la nostra provincia, la città di Milano e la Svizzera. Non dimentichiamo - aggiunge - che il sistema aeroportuale è ancora in piedi grazie alla vivacità della nostra Cargo City. Indispensabile, dunque, ascoltare il volere delle imprese".
Per non parlare dell'effetto cantiere, come lo chiama Roberto Grassi, numero uno di Univa: "E' paradossale che un progetto di interesse generale, del tutto conciliabile con la difesa ambientale, venga messo da parte a causa di interessi particolari. E' con questo modus operandi che speriamo di attrarre investimenti sul territorio a favore di un asset strategico per tutto il Nord Italia".
"Chi dice no alla ferrovia - chiosa polemicamente Giorgio Angelucci (Confcommercio) - dimentica che Malpensa rappresenta la più grande azienda in Lombardia e la metà degli oltre 15 mila lavoratori vive in provincia di Varese. Ciò che conta, oggi, è salvaguardare quei livelli occupazionali e, in prospettiva, incrementarli, con evidenti ricadute sull'indotto".
In sintesi, secondo i vertici del sistema economico, il Recovery Fund sarà davvero utile solo se sapremo farne buon uso. E l'unico modo per valorizzare quelle risorse è dirottarne una buona parte sull'impresa e il lavoro.