Conflitto d’interessi, lo strano caso di Giorgetti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - intervistato dal sindaco di Gallarate Andrea Cassani nell’ambito di una serie di incontri promossi dall’amministrazione comunale e dalla Lega - parla sè. Dal suo amore per lo sport, alla passione tramandata dal padre per la pesca. Passando da una serie di aneddoti, che riguardano Bossi - Maroni - Salvini.
Ex Sindaco di Cazzago Brebbia, Giorgetti racconta al pubblico gallaratese di aver dovuto abbandonare a malincuore - per uno strano conflitto d’interessi - la presidenza della Cooperativa dei Pescatori del Lago di Varese, ruolo ereditato con orgoglio dal padre. Parla poi del suo amore per il calcio e per lo sport a 360 gradi. Lo sport - dice - permette di stringere rapporti sinceri e leali e favorisce lo sviluppo e la crescita della persona, insegnando a vincere ma anche ad accettare una sconfitta.
Ripercorrendo la sua carriera politica, Giancarlo Giorgetti, racconta alcuni dei suoi ricordi. Come quando - insieme a Maroni - venne fermato in Svizzera dalla Polizia per un controllo e nel baule della sua macchina gli agenti trovarono centinaia di volantini della Lega.
Arrivando ai giorni nostri, il sottosegretario si sofferma solo per qualche minuto sulla questione Tav: Serve buon senso - afferma. Non sarà certo la Tav a mettere in crisi il governo. Con volontà e dialogo i problemi verranno risolti, per il bene del Paese.
Tra le domande di Cassani anche quella a trabocchetto: sottosegretario, preferisce Gallarate o Busto Arsizio? Mettiamola così, risponde Giorgetti, da Gallarate sei obbligato a passare. Da Busto no.