«Evidentemente faccio paura. Però non capisco la cattiveria di chi si è impegnato per impedirmi di tenere come avrei voluto il comizio nel centro della mia Busto Arsizio, mandando i vigili a controllare documenti che erano regolarissimi. Pazienza, vuol dire che riproporremo l’iniziativa nelle prossime settimane». Così Marco Reguzzoni, presidente dei Repubblicani e candidato come indipendente nelle liste di Forza Italia alle prossime elezioni Europee, il giorno dopo l’episodio che ha bloccato il suo intervento nella centralissima via Milano, per una verifica effettuata dalla polizia locale che ha mostrato la massima trasparenza documentale nell’organizzazione.
«Ciò che mi dispiace davvero – spiega Reguzzoni – è che certe vicende, così stupide e meschine, facciano passare in secondo piano i contenuti del mio messaggio politico. Chi si candida, in questo caso per l’Europa, dovrebbe cercare di convincere l’elettorato con le idee e le proposte. So che oggi si preferiscono post e slogan, ma io continuo a credere in una politica fatta di approfondimento».
Tant’è che sabato, dopo i saluti del segretario provinciale forzista Simone Longhini e della coordinatrice bustocca Laura Rogora (che per l’intervento dei vigili ha annunciato una richiesta di accesso agli atti), lo stesso Reguzzoni aveva concentrato la sua attenzione sul settore tessile: «Questa industria è la storia della nostra città – aveva detto – e abbiamo il dovere, dopo aver vissuto su quelle glorie, di continuare a difendere un’eccellenza che ha cercato di resistere agli attacchi sleali. Come feci con la legge Reguzzoni-Versace per l’etichettatura Made in Italy, in Europa voglio tradurre quelle istanze in un nuovo e moderno regolamento. Il tessile negli ultimi anni ha perso mezzo milione di addetti, ora bisogna difendere chi ha tenuto botta per fermare lo stillicidio, imponendo che le regole che valgono per i nostri imprenditori siano le stesse applicate ai turchi, gli egiziani e ai cinesi. La stessa linea deve valere a tutela di tutto il nostro settore produttivo e lavorativo».
Reguzzoni avrebbe voluto dire molto di più, ma poi è arrivata la polizia locale a fermare l’evento e a scoprire che chi l’aveva sollecitata a intervenire (ipotizzando la mancanza di autorizzazioni) aveva preso un granchio gigantesco. «Avrei preferito che chi si è preso la briga di fare questa cattiveria – conclude il candidato di Forza Italia – avesse il coraggio di venire personalmente a controbattere alle mie proposte. La campagna elettorale rappresenta la parentesi di un mese, ma poi restano le persone, la loro onestà intellettuale e la loro capacità di fare qualcosa di concreto per rispondere alle esigenze dei territori che le scelgono per rappresentarli».
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Chiara Lucia Milani
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