Riceviamo dal Comitato NO Inceneritore Busto Arsizio e pubblichiamo
Un Comitato di cittadini qualunque riesce nel lontano luglio 2023 a far votare all’unanimità al consiglio comunale di Busto Arsizio la richiesta ad ATS di effettuare una nuova indagine epidemiologica sull’inceneritore cittadino. Con il passare dei mesi, solo il consigliere Emanuale Fiore, voce del comitato e padre della mozione sull’indagine epidemiologica, si interessa all’ottenimento dell’esito dello studio, nel silenzio più assordante degli altri consiglieri di maggioranza ed opposizione. Oggi, dopo “solo” 19 mesi di attesa, il Comitato come scopre che ATS ha rilasciato l’indagine e che i risultati, per chi li ha visti, non assegnano nessuno comprovata correlazione con l’inceneritore? Da un comunicato stampa rilasciato dall’azienda stessa che gestisce l’inceneritore. Non avendo colto come la società, ancor prima del consigliere comunale che si era speso per quello stesso studio epidemiologico, riceva i dati dello studio, lo stesso gestore dell’impianto, supportato da una società di comunicazione, rilascia un comunicato in cui:
1. non include nessun link da cui il documento dell’indagine epidemiologica sia scaricabile da parte del lettore del comunicato al fine di poter portare gli stessi alle medesime conclusioni. L’intendo di un comunicato dovrebbe essere sempre quello di poter stimolare un contradditorio su una base di dati condivisi.
2. riprendendo parti dello studio, si comunica che lo studio evidenzia che ci sono degli eccessi (di patologie) osservate. Un eccesso che di senso ci verrebbe da attribuire alla popolazione esposta rispetto a quella non esposta alle ricadute degli inquinanti. Speriamo che, come negli ultimi studi similari, non si sia giunti a concludere che la gente che fuma le sigarette e che vive in maniera “sregolata” risieda tutta nella zona di ricaduta degli inquinanti da cui la classica giustificazione: le morti extra sono associate allo stile di vita e non dall’inceneritore, e quindi le cose non sono correlabili.
3. la società che gestisce l’inceneritore, proprio in previsione di una non-correlazione con le ricadute ma più dipendente, forse, dallo stile di vita “sgangherato” di chi vive nella zona di ricaduta, ci tiene a rassicurare la popolazione che sarà suo intento “attivare con tutti i soggetti territoriali una serie di politiche che promuovano stili di vita più corretti”. Vi garantiscono un inceneritore per altri 25 anni come minimo dopo i primi 50 anni e si ergono a dispensatori di consigli salutistici. Ma come non volergli subito bene.
4. si riportano anche i commenti della Direzione Ambiente di Regione Lombardia, di quella regione che nel 2015 quell’impianto voleva chiuderlo e che non ha mai proceduto ad effettuare carotaggi nei terreni limitrofi all’impianto nonostante i suoi operatori di ARPA avessero per due volte rilevato eccessi di diossine e furani all’interno del sedime stesso dell’inceneritore. I commenti della Direzione ambiente plaudono al revamping dell’impianto tutto finanziato con ingenti soldi pubblici invece che domandarsi come sia possibile che l’ennesimo studio epidemiologico mirato ad una specifica sorgente inquinante e pagato dalle tasse dei contribuenti abbia rilevato eccessi in patologie osservate, ma che non si riesca a verificarne la correlazione con la sorgente inquinante.
Ovviamente, le considerazioni tratte in precedenza nascono da un tentativo di plausibile interpretazione delle poche informazioni a disposizione dello studio riportate nel comunicato stampa del gestore. Contrariamente alla solerzia con cui il comunicato è stato emesso, l’operato del nostro comitato, come ha da sempre avuto modo di testimoniare nella sua azione, continuerà a basarsi sui fatti perché il benefit della collettività (e non del nostro fatturato) l’abbiamo nel sangue. Restiamo, quindi, in attesa di poter ricevere i documenti dell’indagine ATS e che il Dr. Paolo Crosignani possa esprimersi, dall’alto della sua esperienza, in merito alla consistenza tra dati presentati rispetto a quanto promesso nel protocollo di analisi dei dati.
Con affetto e devoto rispetto per la vostra salute
Nella foto di repertorio, una delel proteste del Comitato No inceneritore