Busto: Legambiente, “Neutalia, servono biomonitoraggi”

Busto, Legambiente attacca il sindaco: “Neutalia, nessuna rivoluzione sulla salute, servono biomonitoraggi”
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Riceviamo e pubblichiamo

La "Valutazione dello stato di salute della popolazione residente nell'area dell'inceneritore Neutalia" realizzata da ATS Insubria e Milano è preoccupante perché da essa risulta che nell'area di maggiore ricaduta dei fumi dell'inceneritore si muore molto di più.
Nessuno tuttavia ha confermato la correlazione tra la maggiore mortalità e l'inceneritore perché non è possibile sapere se gli abitanti di Busto siano più fumatori, alcolizzati, obesi e sedentari degli altri.
Bergamaschi (Direttore Generale ATS Milano) e Fossati (Direttore Generale Ambiente Regione Lombardia), nel tentativo di smorzare la preoccupazione, ricordano che viviamo in una zona già molto compromessa dall'inquinamento. Peccato che le altre fonti inquinanti continuano ad essere aumentate anziché ridotte (implementazione dell'attività di Malpensa, costruzione di nuove strade e bretelle, nessuna azione di riduzione del traffico veicolare, peggioramento del trasporto pubblico, costruzione di un secondo forno crematorio, aumento del consumo di suolo, riduzione delle aree verdi urbane, ecc...).
L'intervento dell'Avv. Falcone di Neutalia (società che attualmente gestisce l'inceneritore), ha riguardato principalmente l'aspetto energetico e non quello della salute (quindi, diversamente da come ha detto il Sindaco, rispetto alla salute nessuna rivoluzione). Infatti ha parlato del teleriscaldamento che, come erroneamente ha detto Bergamaschi, non andrà a beneficio diretto dei cittadini, ma di ACinque, sebbene pagato con un finanziamento statale da 15 milioni di euro. Per quanto riguarda l'introduzione del monitoraggio del mercurio, ancora non sono stati pubblicati i risultati sul sito di Neutalia e comunque solo di monitoraggio si tratta (cioè il mercurio ancora va all'esterno dell'inceneritore).
Preme ricordare le conclusioni delle osservazioni scritte dal dott. Crosignani Paolo per 40 anni epidemiologo dell'Istituto Tumori di Milano (chi ne voglia una copia ci scriva a legambiente.bustoverde@gmail.com):
"L’assenza di evidenza esplicita non equivale all’assenza di un legame”. Alla luce dei dati riportati e delle conoscenze scientifiche disponibili è opportuno adottare un approccio prudente basato sul principio di prevenzione. Non dimostrare un nesso causale esplicito non significa che il legame non esista.
Azioni raccomandate anche dal dott. Russo di ATS Milano (e vedremo se il Comune si attiverà): effettuare biomonitoraggi sui residenti (analisi del sangue e urine) per identificare l'accumulo di sostanze tossiche, condurre analisi epidemiologiche longitudinali.
Legambiente BustoVerde