Che Johannes Bickler sia un musicista di alto livello non è certo una notizia né tantomeno una novità.
Lo conosciamo da anni e ne sappiamo riconoscere il tocco, la classe, lo stile. Ma il concerto portato in scena alla Corte dei Brut per la penultima serata di Arte in Corte è riuscito nuovamente a stupirci.
Un po' per la magia del contesto, un po'per quel finale, affidato alle melodie del Sole di Mezzanotte, il brano che Bickler ha composto in ossequio alla installazione di Marco Maccecchini, dedicata al saggio filosofico di Alexander Dugin.
E un po' per tutto ciò che Jobi e gli Strings, i due compagni di viaggio Nicola Curioni e Luca Colombo, hanno saputo regalarci in quell'ora e un quarto di spettacolo, tra performance evocative e intrecci ispirati, nel segno di un virtuosismo che non è mai compiaciuto né autoreferenziale, bensì empatico, generoso, coinvolgente, impastato della stessa sostanza di cui è fatta l'anima, che attraverso l'arte ci cerca e si ritrova.