Inaugurato a Cardano al Campi il Parco in onore dei Martiri delle Foibe, degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, inPiazza Carù.
La cerimonia è stata impreziosita dall’esibizione del Corpo Musicale La Filarmonica.
Hanno partecipato alla Cerimonia, le rappresentanze delle Forze Armate e i rappresentanti del CC.RR. delle Scuole Cardanesi.
Riportiamo il discorso inaugurale del sindaco, Maurizio Colombo:
Con emozione e con forte senso di responsabilità, avvio questa celebrazione di Intitolazione del Parco 10 Febbraio, in prossimità del Giorno del Ricordo, che è diventata da non molti anni, solennità nazionale, allo scopo di non passare nel dimenticatoio Il martirio delle Foibe e commemorare tutte le vittime innocenti delle Fosse Dalmate e dell'esodo giuliano-Istriano.
L’amministrazione comunale ha quindi raccolto la richiesta di sensibilizzare quello che venne perpetrato in quegli anni e deliberato di procedere con l’intitolazione di un Parco a queste vittime.
A tal proposito, colgo l’occasione per inviare a nome dell’intera Amministrazione un grande ringraziamento a tutti i presenti, alle Autorità, alle Associazioni, ai Sindaci e ai loro rappresentanti, ai rappresentanti del Consiglio dei Ragazzi e a tutti i semplici e umili Cittadini di Cardano, che sono con noi oggi per questa celebrazione.
Gli uomini si sono macchiati di violenze che mai si sarebbero potute immaginare, accecati dalle diversità popolari, da un disegno criminale di sopraffazione ideologica, dalle differenti appartenenze etniche, sociali, culturali o nazionali.
In questo scenario, il dramma delle Foibe assume i contorni di un genocidio di ferocia inaudita, inaccettabile, ingiustificabile.
Dopo le prime esecuzioni, risalenti ai giorni immediatamente successivi all'otto settembre del 1943, si susseguirono gli eccidi, le deportazioni, i soprusi.
Episodi che proseguirono anche dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, annoverandosi tra le più gravi stragi di italiani compiute in tempo di pace.
La data del 10 febbraio ricorda il giorno in cui nel 1947 fu firmato il trattato di pace che assegnava alla Jugoslavia l’Istria e la maggior parte della Venezia Giulia. Vogliamo ricordare e riannodare il filo di una memoria spezzata.
Paesi e città si spopolarono della secolare presenza italiana, sparirono lingue, dialetti e una cultura millenaria risalente agli insediamenti romani e consolidatasi con la Repubblica di Venezia; vennero smantellate reti familiari, sociali ed economiche, cancellando storia, diversità, pluralismo e convivenza, sui quali si era forgiata nei secoli la civiltà di quei luoghi.
A causa di tali atti persecutori, circa 250 mila profughi, rientrando in Italia in situazioni drammatiche, sperimentarono nuove indigenze e privazioni, la difficile integrazione nel tessuto nazionale, il mancato risarcimento, ma soprattutto il dolore degli esuli, acuito dalla cortina di silenzio calata su quella tragedia e dal mancato riconoscimento pubblico dell'ingiustizia subita.
Quando l’8 settembre 1943 l'Italia firmò l'armistizio, ci fu da parte dei partigiani jugoslavi la rivendicazione per il possesso di Istria e Dalmazia, e atti violenti e criminosi vennero commessi nei confronti di italiani fascisti e non solo, e molti di essi vennero torturati e gettatinelle foibe.
Molti italiani in quel triste periodo, lasciarono le loro case per evitare di essere trucidati, deportati o gettati nelle foibe, da parte dei partigiani di Tito.
Non si conoscono con precisione le proporzioni esatte della tragedia, ma si stima che nel periodo preso in esame le vittime assommano a 20.000 e gli infoibati dai 6.000 ai 10.000.
Ad essere uccisi non furono solo i fascisti e avversari politici, ma anche e soprattutto civili, donne, bambini, anziani e tutti coloro che decisero di opporsi alla violenza dei partigiani titini.
Gli infoibamenti continuarono fino al 1947 e ci fu una vera e propria pulizia etnica. Il massacro delle foibe cessò solo quando la Jugoslavia riottenne le provincie di Zara, Pola, Fiume ed altri territori.
Tenuto conto di tutto ciò, è fondamentale e obbligatorio chiedere che tali sacrifici siano visibilmente e perpetuamente ricordati intitolando questo luogo di pubblica frequentazione, così da tramandare l’eroismo silenzioso di tante persone donne e uomini, bambini e giovani.
Cardano oggi - con la vostra presenza - vuole dare un onorevole risalto e tributare il giusto rispetto dovuto a tutti coloro che sono stati inconsapevoli ed obbligate vittime di quelle atrocità, nella recondita speranza di raggiungere la necessaria maturità civica e sociale affinchè non si ripetano mai più simili nefandezze.