Mentre continua senza tregua il presidio in via Curtatone per difendere gli alberi del bosco, Legambiente cerca di trovare una soluzione “alla complessa situazione che si è venuta a creare, nonché al rischio di forti conflittualità”. Il testo della lettera al sindaco:
"Egregio Sig. Sindaco, gentile Assessore,
in merito alle vicende che stanno attraversando il territorio di Gallarate, in particolare in relazione al Progetto Grow29, ci permettiamo di inviare anche le nostre riflessioni, e alcune proposte, per cercare una riconciliazione locale, condividendo lo spirito con cui anche il Comitato locale, si è attivato in queste settimane.
Intanto una considerazione che nonostante possa essere letta come troppo generica, è invece alla base dello sviluppo anche delle politiche territoriali locali. Partendo infatti dalla Convenzione di Aarhus, (“Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale” firmata nella cittadina di Aarhus, in Danimarca, nel 1998 ed è entrata in vigore nel 2001) nel suo preambolo, indica come la tutela dell’ambiente richiede la collaborazione di tutti, cioè si ha “il dovere di tutelare e migliorare l’ambiente, individualmente o collettivamente, nell’interesse delle generazioni presenti e future.” E ancora “Una maggiore partecipazione ai processi decisionali migliorano la qualità delle decisioni e ne rafforzano l’efficacia, contribuiscono a sensibilizzare il pubblico alle tematiche ambientali e gli consentono di esprimere le sue preoccupazioni, permettendo alle pubbliche autorità di tenerne adeguatamente conto.”
Attraverso infatti lo sviluppo della capacità di ascolto e la condivisione dei tempi, dei modi e dei luoghi del dialogo bi-direzionale possiamo, insieme, contribuire alla creazione di un clima di fiducia e di un nuovo rapporto con le amministrazioni locali, uno degli obiettivi più ambiziosi dello sviluppo sostenibile. Ci pare, ma potremmo sbagliarci, che questo passaggio di accettazione collettiva del progetto, probabilmente per una tempistica stringente, sia saltato.
Detto questo, vista la contingenza del momento, nel tentativo di trovare una soluzione alla complessa situazione che si è venuta a creare, nonché al rischio di forti conflittualità, vorremmo chiederLe di:
acconsentire alla richiesta del Comitato per una sospensione del taglio del bosco fino al 15 ottobre, periodo in cui avifauna è fuori dal periodo di nidificazione e le specie arboree non sono in stato vegetativo;
acconsentire ad effettuare congiuntamente un sopralluogo per verifica di eventuali danni subiti dalla fauna presente nel bosco con il taglio avvenuto;
verificare, unitamente al Parco della Valle del Ticino, che le prescrizioni indicate dalla lettera del 12/07/2024 del Parco, in particolare al punto 1 comma 2 e cioè “nell’ implementazione del cantiere, sia valutata preventivamente, in accordo con il Parco del Ticino, la possibilità di mantenere una porzione del bosco esistente con relativi esemplari in tutta la zona perimetrale con particolare attenzione alle porzioni nord ed est” vengano di fatto tenute in considerazione.
Infine, sarebbe utile alla comunità e al territorio di Gallarate che si rivedesse il progetto, opportunità che la stessa legge sul procedimento amministrativo riconosce alle amministrazioni [anche ove ritenesse i propri atti esenti da vizi di legittimità] come pieno potere di riesaminare una precedente situazione, rideterminandola alla luce di nuove valutazioni [cfr. art. 21-quinquies della L. 241/1990 – 1 ove si legge che: Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento o, salvo che per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario, il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere revocato da parte dell’organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca determina la inidoneità del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti”].
Con ciò, nonostante il nostro giudizio sul progetto, non si chiede di rinunciare ad un’opera pubblica, ma di ridefinire l’area anche alla luce del fatto che il Comune di Gallarate ha consumato già 1137 ettari di suolo vergine, il 54% del territorio comunale contro una media provinciale del 21% e regionale del 12%.
Infine, crediamo che la discussione debba essere ricondotta urgentemente anche al Consiglio Comunale cittadino che, complice il periodo estivo, al momento non si è espresso sulla vicenda.
Confidando si possa ritornare ad un clima più disteso, porgiamo cordiali saluti."
Ieri, martedì 3 settembre, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Devis Dori, ha fatto visita al presidio di via Curtatone. Nella mattinata anche le telecamere di Canale 5 mentre gli ambientalisti stavano lavorando all’uncinetto con il circolo Laudato Si’