“Sui fatti di Samarate noi pensiamo, sempre di più, a quanto sia importante la prevenzione. Pensiamo che per tutti noi poter capire quali sono i fenomeni che inducono le persone a fare atti così estremi sia un dovere di tutti, soprattutto per chi lavora in questo settore”. Con queste parole Anna Laghi, presidente dell’associazione SiCura, interviene sulla tragedia che ha colpito Samarate, dove una donna di 55 anni, è stata uccisa dal marito. La coppia, con un figlio 28enne, era in fase di separazione.
L’associazione, attiva da nove anni sul territorio, si occupa di violenza di (ogni) genere e sostiene le famiglie in difficoltà. Il caso di Samarate, secondo Laghi, è l’ennesima conferma dell’urgenza di lavorare non solo sulla prevenzione e sulla cultura del rispetto: “I semi della violenza ci sono sempre. Ogni giorno accogliamo persone che subiscono abusi. Il nostro compito è intercettare quei segnali prima che si arrivi alla tragedia”.
Un fenomeno che non accenna a diminuire: “In Italia, da quindici anni il numero dei femminicidi è stabile, circa 150 ogni anno. Questo ci dice che le strategie messe in campo finora non bastano. Bisogna fare di più, e fare meglio”.
Tra le proposte concrete, Laghi richiama l’attenzione sull’educazione nelle scuole: “La prevenzione va fatta fin dalla primaria. Insegnare ai bambini cos’è il rispetto, ad accettare i no, fondamentale per formarli a relazioni sane da adulti”.
L’associazione sta anche lavorando per aprire una casa rifugio dedicata all’accoglienza di donne vittime di violenza, grazie al supporto di una fondazione: “Siamo circa 15 professionisti che aiutano le persone a capire che esiste un modo diverso di vivere i rapporti. Il nostro aiuto non si ferma alle donne: è fondamentale lavorare anche con gli uomini, con i maltrattanti. È l’unico modo per cambiare davvero le cose”.
E sui figli che restano dopo queste tragedie, Laghi denuncia una carenza di attenzione: «Lo Stato interviene con aiuti economici per le famiglie affidatarie, ma tutto ciò che riguarda il lato affettivo viene spesso lasciato nell’ombra. Eppure quelle ferite li segneranno per tutta la vita».
Il messaggio finale è un invito forte e chiaro: «Contattate i professionisti prima che sia troppo tardi. Noi ci siamo, e possiamo davvero fare la differenza».