Gaya Cafe, quando il lockdown calpesta i sogni

Sopravvissuto alla prima chiusura forzata, il bar inaugurato lo scorso ottobre in via Trombini a Gallarate, teme di non riuscire a reggere la seconda. I due giovani gestori, Grazia e Vincenzo, hanno avviato una raccolta fondi su Facebook, volta a racimolare denaro utile per pagare affitto e bollette

Lavoro, sacrifici, entusiasmo. Grazia e Vincenzo, due giovani fidanzati, hanno investito i loro risparmi e la loro energia nel Gaya Social Caffè, locale inaugurato ad ottobre dell’anno scorso in via Trombini a Gallarate. Un luogo ispirato alla terra, alla natura, al rispetto per l’ambiente. Qualche mese per farsi conoscere e per far affezionare i clienti e poi - sul più bello - è arrivato il primo lockdown. “Non è stato facile” - dice Grazia. “Ma con ottimismo abbiamo affrontato tutte le difficoltà e - a maggio - siamo ripartiti”.

Peccato che dietro l’angolo ci fosse già una seconda chiusura forzata. Così, dopo un’estate nel segno della ripresa, è arrivata la doccia fredda. E ora il Gaya, come tutti gli altri locali in zona rossa, ha abbassato la saracinesca. Ancora una volta.

“Temiamo di non farcela”, dice Grazia. “Avendo avviato l’attività da poco, oltretutto, possiamo accedere al minimo dei contributi concessi dal Governo”.

Seppur entrambi preferiscano cavarsela da soli, visto il momento di profonda difficoltà, Grazia e Vincenzo hanno avviato una raccolta fondi su Facebook. Hanno voluto chiamarla “Un caffè per non uccidere un sogno”, perchè per loro il Gaya è proprio un sogno, diventato prima realtà grazie ai loro sforzi, ma che ora rischia di svanire, portandosi via i loro progetti e le loro speranze.

 

 

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