“Cassinetta resta aperta e operativa almeno fino al termine del 2025”. Finalmente uno spiraglio nella vicenda Beko che si vede nelle parole, del Consigliere regionale Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare, dopo il confronto a Milano in Regione Lombardia.
“Finalmente siamo riusciti ad avere un confronto diretto sul territorio in un tavolo aperto, senza limitarci alle discussioni al MIMIT a Roma e l’Azienda ha dichiarato in modo netto che fino a fine 2025 non ci sarà alcun ridimensionamento. Questo rappresenta un passo importante per affrontare la situazione in maniera concreta e istituzionale”, ha dichiarato Monti a margine dell’incontro.
La seduta ha visto la partecipazione dei vertici aziendali, delle rappresentanze sindacali e dei principali attori coinvolti a partire dal Sindaco e gli enti locali, con l’obiettivo di analizzare in dettaglio la situazione e cercare soluzioni condivise. Le preoccupazioni tuttavia restano:
“Il piano illustrato non può essere considerato adeguato: non si tratta solo di gestire una crisi aziendale, ma di fronteggiare una chiara strategia di delocalizzazione. Questo non è accettabile, soprattutto per un’impresa che rappresenta un pilastro storico e industriale della Provincia di Varese”, ha spiegato Monti.
Il consigliere ha ribadito l’importanza di un intervento deciso e strutturato per difendere il tessuto industriale lombardo e i livelli occupazionali coinvolti: “L’unanimità con cui è stata approvata la mia proposta al Consiglio regionale dimostra che c’è un forte impegno trasversale su questo tema. Ora più che mai è fondamentale che il Governo e il MIMIT agiscano con determinazione per tutelare i lavoratori e le loro famiglie”.
Monti ha concluso sottolineando la necessità di ulteriori approfondimenti e di una costante collaborazione tra le istituzioni, le parti sociali e l’azienda per individuare soluzioni concrete: “Non possiamo permettere che una realtà così importante per il nostro territorio venga smantellata. Regione, enti locali e Governo sono tutti pronti a investire su un piano industriale serio, che può rilanciare Cassinetta garantendo made in Italy di qualità e che possa garantire sostenibilità di questo modello industriale che impatta tra diretti e indotto oltre 6 mila persone”.