Nikolaevka, il valore dell'esempio

Nel parco intitolato a Nelson Cenci, gli alpini ricordano caduti e reduci della tragica battaglia russa, datata 26 Gennaio 1943. Il sindaco: “Se possiamo scegliere un Capo dello Stato, è grazie al sacrificio di quegli uomini”

Nikolaevka, 26 gennaio 1943. Durante la ritirata dal gelido inverno russo, le truppe italiane si lanciano in una disperata battaglia per la salvezza.

Nella cosiddetta sacca del Don, 3 mila soldati vengono catturati o uccisi.

Una parte, temprata e tenacemente aggrappata alla vita, riesce a districarsi e tornare a casa. Tra loro c’è Nelson Cenci, il tenente narrato da Mario Rigoni Stern, ma anche il medico noto e stimato in quel di Varese e oggi omaggiato da un giardino che porta il suo nome.

Proprio lì, in questa fredda e limpida mattinata, gli Alpini hanno ricordato i caduti di quel giorno.

Normalmente celebrata al Sacro Monte, la battaglia di Nikolaevka viene così portata in un luogo doppiamente significativo. Perché intitolato a un grande varesino d’adozione. E perché adiacente l’Ospedale di Circolo, laddove si è consumata e in parte continua a combattersi la guerra contro la pandemia.

Un giorno, sottolinea il sindaco, che restituisce centralità ai valori cementati dai caduti e dai reduci di quel lontano ma indelebile 26 Gennaio ‘43. Se in questi giorni, a Roma, stiamo scegliendo il nuovo Capo dello Stato, garante della Repubblica e simbolo vivente di democrazia, è soprattutto grazie a loro.

Ciò che conta, sottolinea ancora il capogruppo delle Penne Nere varesine Antonio Verdelli, è che la Memoria di ciò che è stato continui ad essere fonte di esempio, bagaglio e messaggio.

Un faro per illuminare il cammino di chi verrà e che trova un tenero testimonial nel piccolo Bruno: nipote e pronipote di chi ha tatuato sul cuore i principi dell’alpinità.

 

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