Palestre chiuse: "O tutte, o nessuna"

Gabriele Ciavarrella guida la rivolta degli addetti ai lavori. Domani alle 17.00 l’incontro con il sindaco: “Attività aperte in diverse città del varesotto. Non è giusto”

"Capisco la prevenzione, la sicurezza e le cautele del caso. Ma una regola deve valere per tutti, altrimenti sfociamo nell'anarchia".

È arrabbiato Gabriele Ciavarrella, titolare dei centri sportivi Life, che sta guidando la protesta degli addetti ai lavori operativi nella città di Varese.

"Siamo rimasti chiusi - racconta - per tutta la settimana scorsa, accettando un sacrificio tutt'altro che banale e dimostrando senso di responsabilità e rispetto delle regole. Ora, però, ci chiedono di restare chiusi per un'altra settimana, mentre in altre zone della provincia tanti nostri colleghi continuano indisturbati a lavorare come se niente fosse.

A questo punto vogliamo capire la ratio della regola e in che misura essa sia interpretabile".

A tal fine, domani Ciavarrella sarà in Comune, alle 17.00, insieme ad altri suoi colleghi (tra i quali i titolari dello Sporting, della New Way Fitness e del Campus per un incontro con il sindaco Davide Galimberti, che contattato nel pomeriggio di oggi ha subito fissato un appuntamento a strettissimo giro.

Obiettivo, riaprire i battenti al più presto. O, in alternativa, ricevere spiegazioni chiare sulla logica che sovrintende all'obbligo di chiusura prolungata.

"Non dimentichiamoci - chiosa il numero uno di Life - che prima di essere palestre siamo imprese: abbiamo stipendi da versare, bollette da pagare, forniture da saldare. Quanto pensavo che si possa andare avanti?"

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