Un filo (ciclabile) lega Varese al suo lago. E all'Europa

L’architetto Katia Accossato racconta il suo progetto di rigenerazione e rilancio, avviato 7 anni fa e oggi rinvigorito dalla determinazione con cui l’AQST sta procedendo al risanamento dello “specchio”

Tutto parte nel 2013, quando un concorso di Ordine Architetti e Provincia di Varese vedere premiato il progetto (elaborato in collaborazione con il Politecnico) in cui Katia Accossato crede fortemente: quello di un rilancio del Lago di Varese che faccia leva sulla pista ciclabile che lo abbraccia e le tipicità dei borghi che vi si affacciano.

Oggi, con la determinata azione di risanamento avviata nell'ambito dell'AQST e alla luce del bilancio del primo anno di attività, illustrato lo scorso week-end a Gavirate (per rivedere il servizio, clicca qui), quel sogno comincia a prendere corpo e porta l'architetto varesino a raccontare nuovamente, a Rete55, i contorni della sua idea di lago.

"Non dobbiamo concentrarci unicamente sullo specchio d'acqua e sulla sua salute - chiarisce la professionista - Risanamento deve fare il paio con Rigenerazione: un futuro da tessere, come una tela, grazie al filo delle piste ciclabili, che vanno fornite di servizi, integrate con il tessuto culturale dei borghi e allacciate al sistema ciclopedonale italiano ed europeo".

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