Orgoglio Varese ha scelto una forma tutt’altro che scontata.
La cabina regia che supporta le realtà sportive del territorio, infatti, è una società a tutti gli effetti, con tanto di bilancio, entrate, uscite, utili e tutto ciò che caratterizza il tessuto sano dell’economia locale. Che nel caso specifico si estende alla valenza sociale e solidale della mission.
E basta tornare al 2020 per coglierne lo spirito. La raccolta fondi generò un tesoretto, che risultò impossibile da investire, visto il lockdown e il doloroso stop a tante attività.
"Orgoglio" non esitò un solo istante e girò le risorse all’Ospedale consentendo l’acquisto di un’apparecchiatura che ha già fatto la differenza in più occasioni.
Poi le discipline tornarono a correre, competere e saltare, a coltivare talenti, favorire l’incontro, la crescita, il fair play. E la società rispose presente.
Ed eccoci tornati al punto di partenza: Orgoglio Varese è un laboratorio, che potrebbe fare da modello ad altre piazze proprio perché si presenta per ciò che è e ciò che fa senza filtri né maquillage.
Racchiude l’imprenditorialità, che scorre nel sangue di Rosario Rasizza, il radicamento di Cristian Robustellini, le competenze di Paolo Sterchele, l’energia di Marco Zamberletti.
E gioca a favore di un territorio che sa fare sport, ma che non sempre sa fare squadra.
Qui il servizio sull'evento del 26 Marzo e sulle realtà supportate
