Varese: Si Fa in Due, la violenza senza stereotipi

Nel romanzo di Lorenzo Guzzetti la relazione tossica tra un uomo e una donna, con tanto di violenza e denunce

Il libro di Lorenzo Guzzetti parla di violenza, non solo domestica, di legami malati, di relazioni tossiche.
E fa male. Innanzitutto al cuore, perché trasuda sofferenza. Ma anche alla mente, perché riga dopo riga, pagina per pagina, prende di mira molte delle sintesi manichee che affollano le cronache di quest'epoca così triste e brutale.
Si intitola "Si fa in due". E già questa è un'affermazione delicata. Bisogna essere in due per fare l'amore, ma anche la guerra.
C'è ben poca innocenza, nel libro di Lorenzo.
C'è tanta debolezza, tanta prepotenza, tanto egoismo.
Ma c'è anche l'Amore, quello vero, che prova a contrastare la violenza con l'arma della parola, della carezza, del sostegno disinteressato.
L'Amore che salva, a patto che si sia sufficientemente maturi da riconoscerlo e accettarne i sacrifici che, magnificamente, comporta.
È l'Amore di chi sa rinunciare, di chi sogna di essere prima che di avere; di chi preferisce vegliare, difendere e condividere, piuttosto che possedere.
Solo che, tra l'essere umano e l'Amore, ci sono ostacoli che il nostro Tempo ha saputo "dopare" e moltiplicare, a partire da quel micidiale miscuglio di pigrizia e vanità che fa sembrare tutto più vicino, più appariscente, più facile da conquistare.
La scrittura di Guzzetti, agile e a tratti fluviale, si dipana lungo l'interrogatorio del protagonista di fronte a una funzionaria di Polizia: un'istituzione, della quale l'autore nobilita il ruolo, affidandole il difficile compito di vigilare senza giudicare, proteggere senza appiccicare etichette.
Non vado oltre, per non rovinare la lettura a chi, qua e là, rivedrà molto di sé: magari non nelle punte più drammatiche. Ma nelle pieghe delle riflessioni, nei risvolti del vissuto, in quel "flusso di coscienza" che ci misura, turba e spaventa. E che ci consente di restare umani.

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