C'è chi si rifugia nel più classico "andrà tutto bene" e chi, invece, ribadisce l'esigenza di evitare imprudenze ordinando a ciascuno, amici compresi, di stare a casa propria. C'è chi lavora di fantasia, illustrando un cavallo simpatico e variopinto e chi preferisce la rassicurante imponenza dell'arcobaleno. Sono i disegni che tanti bambini stanno dedicando a chi vive queste difficili giornate in trincea. Medici, infermieri e operatori sociosanitari, una delle quali, attraverso Rete55, vuole ringraziare i piccoli artefici di questo grande sostegno, emotivo e morale: "Siete i nostri cuccioli - scrive - siete l'esercito al nostro fianco. "Il vostro entusiasmo - chiosa - mette un po' di benzina nei nostri stanchi motori".
Ma dinamiche di questo tipo avvengono anche tra le mura domestiche, tra bimbi e genitori. Tra mamme e papà impegnati per lavoro, giorno e notte, in ospedale e figli che ormai da settimane faticano a incontrarli. Uno di loro, di 10 anni, figlio di un medico rianimatore dell'Ospedale di Varese, scrive così: "Stare in una famiglia con un dottore in questo periodo è un po' stressante. Quando mio papà ritorna dal lavoro non vuole essere baciato né abbracciato, va a fare una doccia, poi si mette subito a lavorare con il computer, sistema i turni... Spero che il virus passi perché papà è molto in pensiero".