Facevano passare per colf e badanti stranieri irregolarmente in Italia e, in cambio, intascavano soldi.
Protagonisti in negativo, un pregiudicato residente nell'area di Busto e una donna, ex titolare di di un'agenzia per il rilascio di pratiche agli stranieri.
E sono già 14 i casi accertati, a dimostrazione di un sistema illecito ben oliato, che approfittava di un decreto legge. Il riferimento è alla sanatoria che permetteva ai datori di lavoro (dotati di minimi requisiti patrimoniali) di dichiarare un preesistente rapporto di lavoro in nero con uno straniero, impiegato in particolare come colf o badante. In base alla norma, era sufficiente la presentazione della domanda, e quindi l';esibizione, da parte del lavoratore, della relativa ricevuta, per rendere far sì che l'immigrato non potesse essere espulso.
La Polizia di Busto Arsizio ha così accertato che, in cambio di denaro sborsato dagli stessi stranieri, una quindicina di persone è stata spacciata per assistenti domestiche, nonostante non avessero mai svolto quella attività.
A suffragare la truffa, cittadini italiani (a volte compiacenti, altre volte del tutto ignari) che assumevano il ruolo (fasullo) di datori di lavoro.
In alcuni casi, i presunti "datori" sono risultati del tutto privi dei requisiti minimi, o perché sprovvisti di un reddito adeguato all'impegno, o perché percettori del Reddito di Cittadinanza.