Saronno: Truffatore del bonus facciate, una frode da record

Dettagli sorprendenti seguono l’operazione condotta nel 2022 dalla Polizia contro un truffatore da record

Importante giro di boa per la maxi truffa del bonus facciate scoperta dalla Divisione Anticrimine della Polizia nel Gennaio 2022.
La Corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso del principale indagato, imprenditore edile campano attivo nella città di Saronno e al centro di un’indagine che ha coinvolto altre 22 persone.
Nel contempo, l’Agenzia delle entrate ha stimato in oltre 7 milioni di euro l’entità della frode, relativa al solo anno 2021 e perpetrata attraverso la cessione del credito.
In pratica, lo ricordiamo, l’imprenditore in questione, pregiudicato e già precedentemente condannato, avrebbe ottenuto importanti crediti d’imposta poi monetizzati cedendo il credito alle banche, che nulla sapevano dei retroscena.
Non solo i lavori al centro dei bonus, quindi sulla carta conclusi, in realtà, spesso, non erano neanche partiti. Ma i costi degli interventi risultavano pesantemente gonfiati, tanto da superare il valore dell’immobile stesso.
Parliamo di beni dal volume imponente, visto che il sequestro preventivo ha interessato 72 fabbricati, 22 terreni, 3 auto, 4 autocarri, 20 orologi di lusso, gioielli, 30 rapporti bancari e finanziari, 65 mila euro in contanti, 7 società e relativi complessi. Per un valore totale di oltre 15 milioni.
Un patrimonio enorme che, a seguito della sentenza della Suprema Corte, verrà incamerato dallo Stato e destinato a più nobili finalità.
Ma al di là della componente giudiziaria, il resoconto della Questura svela risvolti carichi di astuto cinismo. Nella nota, infatti, si legge che il soggetto, in realtà residente in una villa con tanto di piscina riscaldata e abituato a viaggiare e frequentare ristoranti stellati e negozi prestigiosi, dichiarava redditi al limite dell’indigenza, spacciava un umile scantinato di Saronno per la propria abitazione e collezionava multe per 20 mila euro. Sanzioni che non portavano a niente, visto che l’uomo risultava, appunto, nullatenente.

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