Ancora sangue, ancora violenza, ancora morte. Ancora in famiglia.
Stavolta accade a Samarate, in via Torino 32, dove una donna, Stefania Pivetta di 56 anni e la figlia, Giulia, di soli 16, sono state barbaramente uccise a martellate. Gravemente ferito il figlio, Nicolò, di 23 anni, attualmente ricoverato a Varese con un forte trauma cranico.
L’assassino è il padre e marito, Alessandro Maja, architetto di 57 anni, piantonato in ospedale per via di lesioni che si sarebbe autoinflitto.
Sul posto, il sindaco Enrico Puricelli non può che prendere atto con dolore di un fatto che sconvolge la cittadina, ma che non ci dà la possibilità di scavare più a fondo nella quotidianità di quella famiglia, che in pochi sembrano conoscere se non di vista o di sfuggita.
Si erano trasferiti di recente, racconta un samaratese, spiegando come i Maja non abbiano mai frequentato la comunità cittadina.
Alla spicciolata, insieme ai carabinieri e alle autorità, via Torino attira la curiosità di passanti e residenti.
E così, per la terza volta in pochi mesi, il varesotto si ferma di fronte all’orrore e alla cieca brutalità che in pochi attimi distrugge una famiglia e spezza i sogni più innocenti.
Avevamo aperto il 2022 con gli orrendi fatti di Morazzone ((per rivedere il servizio dedicato al fatto, clicca qui), dove Davide Paitoni ha ucciso a coltellate il figlio di 7 anni per poi nascondere il corpicino in un armadio e aggredire la moglie da cui era separato (per rivedere il pezzo sui funerali del piccolo Daniele, clicca qui). A fine Marzo, la violenza si era abbattuta su una casa di Mesenzana, dove il 44enne Andrea Rossin ha assassinato i due figli di 7 e 13 anni e si è poi suicidato, lasciando che a scoprire lo scempio fosse la moglie, giunta a casa per accompagnare i bambini a scuola (per rivedere il servizio, clicca qui).
Oggi tocca a Samarate allungare una scia di sangue tetra, mostruosa, che riduce in poltiglia la fragile quiete domestica in cui tutti noi, nonostante tutto, continuiamo a confidare.