Oltre mille operatori e-commerce stranieri, 1385 per l’esattezza, si erano affidati a un unico rappresentante fiscale per avviare affari in Italia. A gestire tutto era una partita IVA aperta in Veneto, ma operativa anche in provincia di Varese, ora chiusa grazie all’intervento della Guardia di Finanza di Varese.
Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno scoperto che dietro a quella partita IVA si nascondeva un unico soggetto di origine cinese già noto alle forze dell’ordine per reati gravi, come lo sfruttamento della prostituzione. I controlli hanno evidenziato un volume di affari irrisorio, nessun pagamento di tasse, nessun bene intestato e un numero anomalo di soggetti rappresentati.
La Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate, su richiesta della Finanza, ha disposto l’immediata cessazione della partita IVA, evitando ulteriori rischi di frodi ed evasione fiscale.
L’operazione si inserisce nel piano di prevenzione messo in campo per tutelare la legalità nel mercato, mentre nuove regole introdurranno l’obbligo di cauzioni fino a due milioni di euro per chi vorrà operare come rappresentante fiscale.