Il commercio di Varese si sta ripiegando su se stesso. All'emergenza, alla crisi, alle chiusure forzate, si aggiunge il prezzo che la città paga alla denominazione di "capoluogo", vedendo i propri confini chiusi ai non residenti.
"Una scelta che, afferma Marco Parravicini di Ascom, può avere un senso in grandi centri urbani come Milano o Brescia, ma non in una realtà piccola come la nostra, che conta meno di 90 mila abitanti".
E' questo uno dei punti contenuti nel documento che il fiduciario, nonché noto commerciante del centro, si appresta a inviare al sindaco, Davide Galimberti.
Vi è contenuta una serie di richieste firmate dall'associazione di categoria e finalizzate al soccorso, in extremis, di un tessuto di vicinato che rischia di sgretolarsi fino a scomparire.
Sul fronte fiscale, Parravicini chiede vengano confermate, anche per il 2021 la sospensione e la riduzione delle tasse locali (IMU, rifiuti, occupazione suolo pubblico, affissione...). Inoltre, l'associazione di via Valle Venosta invoca tariffe agevolate per chi parcheggia in città e, sul fronte della prevenzione, un impegno personale del sindaco affinché la campagna di vaccinazioni proceda a passo spedito in una Varese drammaticamente colpita dal covid.
All'orizzonte, il fiduciario Ascom auspica un incontro tra le parti. Ma, precisa, in modalità diversa rispetto a quelle viste a Busto Arsizio e Gallarate: "Per evitare che l'eventuale piazza fisica venga invasa da personaggi sgraditi, propongo un vertice virtuale, in una videoconferenza aperta solo agli addetti ai lavori".