Si chiamano Indici Sintetici di Affidabilità, in breve ISA e rappresentano una sorta di rivoluzione nel rapporto tra imprese e fisco. "Si tratta", spiega il direttore di Confartigianato ArtSer Mauro Colombo, "dei nuovi parametri atti a scandagliare caratteristiche e propensione al guadagno di 3 milioni e mezzo di contribuenti italiani, nonché 40 mila imprese del varesotto".
L’ISA manda definitivamente in soffitta gli studi di settore, ma non si limita a sostituire lo strumento, arrivando a cambiarne radicalmente i criteri e i principi di analisi.
Al principio delle comparazioni, tipico dei vecchi studi, si sostituisce quello degli indici, 153 in tutto, che si basano su uno spettro storico più ampio (8 periodi d’imposta) e che tengono conto di svariati elementi, assegnando poi un voto da 1 a 10 all’affidabilità fiscale del contribuente.
Una vera e propria pagella, che prevede la possibilità di integrare i ricavi in caso di rating modesto, così come di ottenere benefici una volta incassata una valutazione di tutto rispetto.
Quello in vigore da Settembre sarà, insomma, un cambiamento copernicano, su cui le imprese è bene si facciano trovare pronte ed è per questo che l’associazione di via Milano ha già schierata una truppa di esperti fiscali a disposizione degli iscritti.
"Ciò che conta" - sottolinea Colombo - "è che l’utilità marginale dei nuovi indici. A differenza degli studi di settore, che per 26 anni si sono concentrati più sul tema contributivo, gli ISA presentano anche un valore analitico, affinché lo stesso imprenditore conosca meglio e più nel dettaglio, motivi di vanto e punti deboli della propria attività".